Ma l'amor mio non muore, il nuovo spettacolo di Daniele Sepe
11/10/10
Un artista napoletano doc, sassofonista jazz, ricercatore di suoni popolari, un musicista come pochi e anche intellettuale di sinistra, Daniele Sepe. Il suo ultimo lavoro discografico risale a prima dell'estate, Fessbuk- Buonanotte al manicomio, album che ha suscitato non poche polemiche per le sue critiche a Roberto Saviano. La sua musica e i suoi concerti sono da sempre un vivacissimo mix di suoni popolari, jazz, rap e quant'altro, si muove insieme ad artisti molteplici e variegati, di qualsiasi lingua e nazionalità. Dal sito ufficiale dell'artista si scorge la notizia che a breve partirà con il suo nuovo tour che porterà in giro per l'Italia "Ma l'amor mio non muore" il concerto-spettacolo che Daniele Sepe propone quest'anno per la stagione invernale. Uno spettacolo dedicato alla rilettura di un decennio, gli anni '70, che il nostro musicista ha vissuto in prima persona sia musicalmente che politicamente (il primo disco "Tammurriata dell'Alfa Sud" del Gruppo Operaio 'E Zezi è del 1975, viene registrato da Sepe a soli 15 anni) e che viene ripercorso attraverso le musiche straordinarie di quei tempi. Da Zappa a Jarrett, dagli Area ai Napoli Centrale, dagli Steley Dan ai Clash, ma anche dalle musiche di Victor Jara o Ivan Della Mea fino a (da non credere....) Claudio Baglioni.
Non solo musica però, con la lettura di testi, recensioni, articoli di riviste dell'epoca, con l'intento di far rivivere un po dell'odore spesso acre dei lacrimogeni di quegli anni e spiegare ai più giovani cosa sono stati. Uno spettacolo non celebrativo, anzi, ironico e spesso dolce/amaro come Sepe ci ha abituati in questi anni.